Conto corrente Mps 2017: quali i rischi col bail-in e burden sharing?

La vittoria del no al referendum di qualche giorno fa ha complicato abbastanza la situazione circa il piano di salvataggio per l’Istituto Montepaschi di Siena, ma quali saranno le conseguenze per i clienti che hanno un conto corrente Mps col bail-in e burden sharing?

Conto corrente Mps rischio burden sharing o bail-in?

Ha fatto marcia indietro subito dopo l’esito negativo dello scorso referendum il Qatar investment Authority, il fondo indicato come anchor investor per l’operazione di salvataggio di Mps, contribuendo così a far fallire l’aumento di capitale privato di almeno 5 miliardi.

La raccolta dei fondi è rimasta sotto la soglia di due miliardi e mezzo di euro. Lo Stato è subito sceso in campo a favore di Mps applicando una rete di salvataggio pubblica e mettendo a disposizione dell’Istituto senese un fondo da 20 miliardi di euro.

La BCE ha però alzato la richiesta di capitale aggiuntivo per almeno 8,8 miliardi di euro, l’intervento del Governo dovrà essere accompagnato infatti al meccanismo di burden sharing, ovvero la “condivisione degli oneri” una procedura contemplata dalla normativa in vigore fino alla fine del 2015. Ma cosa cambierà per gli intestatari di conto corrente Mps?

Sicuramente gli aiuti dello Stato rappresentano l’ultima ancora di salvezza per il MontePaschi. Subito dopo il fallimento dei 5 miliardi come fondo capitale, il “piano b” prevede la ricapitalizzazione precauzionale grazie alla garanzia pubblica, ovvero degli 8,8 miliardi di euro richiesti dalla Bce, 6,6 saranno versati dallo Stato mentre i restanti 2,2 miliardi saranno a carico di altri soggetti.

Conto corrente Mps che fare e come funziona il burden sharing e il bail-in?

Ecco perché la “condivisione degli oneri”  potrebbe passare anche in mano ad azionisti, obbligazionisti ad esclusione di quelli retail. Alternativa valida la burden sharing è invece il bail-in,  il cui impatto era stimato da Mps in 13 miliardi di euro.

Ma in caso di bail-in quali conseguenze potrebbero esserci per gli intestatati di conto corrente Mps? A partire dal 1° gennaio la nuova direttiva europea ha introdotto nuove norme per la gestione delle crisi bancarie, che prevedono il coinvolgimento dei clienti, ma non dei contribuenti, nel salvataggio della banca.

Dalle nuove direttive approvate il 1° gennaio, una banca in crisi non potrà più essere salvata ricorrendo agli aiuti dello Stato ma tramite il bail-in, dal di dentro ovvero tramite i soldi dei privati.

A contribuire al salvataggio della banca sostenendo eventuali perdite o la conversione in azioni saranno chiamati sia gli azionisti, che gli obbligazionisti subordinati ma anche gli obbligazionisti senior non garantiti e gli intestatari di depositi per importi non superiori ai 100 mila euro.

Tutti gli intestatari di conto corrente Mps per depositi non superiori ai 100 mila euro non correranno alcun rischio, in quanto tutti i conti nei limiti della cifra di 100 mila euro sono tutelati dal fondo interbancario di tutela dei depositi.