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Gli investimenti cinesi nel calcio. La Cina frena le spese folli. Ma controllerà i diritti tv della Serie A

Gli investimenti cinesi nel calcio. La Cina frena le spese folli. Ma controllerà i diritti tv della Serie A

gli investimenti della cina nei diritti tv del calcio italiano

Dopo l’acquisizione clamorosa dei due club storici di Milano e delle Serie A italiana di calcio (Milan e Inter), assistiamo ora a un nuovo investimento cinese sul mondo del pallone italiano. La società spagnola MediaPro è riuscita ad ottenere i diritti televisivi del calcio italiano per il triennio 2018 – 2021 per 1 miliardo e 50 milioni di euro.

Nonostante l’Antitrust deve ancora esprimersi sulla legittimità dell’acquisizione, Media Pro è stata a sua volta acquisita da un fondo di investimento privato cinese. Orient Hontai Capital, questo il nome del fondo, ha infatti la maggioranza di Imagina, società che controlla MediaPro (che detiene ricordiamo anche i diritti della Liga, la massima serie calcistica spagnola).

Orient Hontai Capital (per la cronaca, primo fondo cinese di investimenti privati), è riuscito a chiudere l’operazione con un’offerta di 1 miliardo di euro (cifra pressoché simile a quella richiesta per i diritti tv del calcio italiano). Controllerà il 53,5 % della controllante Imagina.

Il referente della Lega Calcio, di casa a Milano per giunta, continuerà a essere Infront, la società che si occupa degli interessi legati al marketing delle partite di calcio (realizzazione e distribuzione immagini di gara sui canali di trasmissione). La Serie A è strategica per i cinesi. Anche Infront infatti è di proprietà cinese, acquistata due anni fa dal gruppo cinese Wanda per 1 miliardo di dollari. L’operazione ricorda molto quella fatta attualmente dai cinesi di Orient Hontai.

Dopo il massiccio piano di investimenti ordinato dal presidente cinese stesso Xi Jinping sulle squadre di calcio adesso arrivano limitazioni. Le spese folli sostenute nel corso degli ultimi anni dai club cinesi (acquisizioni di club e calciatori europei per un valore di quasi 4 miliardi di euro) hanno generato bilanci tutt’ora in rosso. Ecco il perché del freno introdotto dal governo.

Basti pensare alla tassa che un club cinese deve versare al proprio Stato. Una somma pari a quella del costo del calciatore, se sopra i 6 milioni di euro, che si intende acquistare (generalmente calciatori che giocano in Europa). Per giocatori già attivi nel campionato cinse, la tassa sul lusso scatta dai 2,5 milioni in su.

In Cina sembrano aver capito che è rischioso investire in squadre e calciatori. Ci vuole competenza e pianificazione a lungo termine. È difficile gestire squadre, contratti e nuovi acquisti. Conviene comprare direttamente i diritti tv e guadagnare dalla redistribuzione delle partite ai canali interessati. Fatica minima e guadagni assicurati.