Mutui: come sarà la stagione dei tassi di interesse nel 2017?

Forse questo nuovo anno non sarà così in discesa come lo scorso anno, con tassi di interesse minimi della storia e con le banche in una posizione particolare che presentano ai clienti soluzioni straordinariamente vantaggiose, ma come sarà il 2017 rispetto ai mutui?

Sicuramente da un lato l’entrata in vigore del decreto legge 72/2016 così come il recepimento del prospetto informativo Europeo Standardizzato, hanno fatto sì che ci fosse una maggiore chiarezza e trasparenza riguardo ogni informazione utile al cliente per orientarsi nella scelta della migliore proposta di mutui.

D’altra  parte però proprio tale condizione ha sollevato grossi dubbi riguardo i tassi di interesse che rischiano di subire importanti ripercussioni proprio in questo nuovo anno.

È stato confermato dalla BCE il Quantitative easing ma ad oggi sicuramente il costo del denaro è nettamente superiore, ciò vuol dire che l’Eurirs si sarebbe alzato di oltre mezzo punto, passando da un minimo storico durato venti anni dello 0,73% all’1,26% dello scorso anno.

Secondo Andrea Lecce, responsabile della direzione marketing di Intesa San Paolo, si dovranno affrontare costi maggiori per accedere al mercato dei capitali  dopo il rialzo dello spread Btp/Bund passato da 100 a 160 punti.

In ogni caso l’aumento riguarderà solamente i mutui stipulati nel 2017, aumento che potrebbe aggirarsi intorno ai 30 o ai 40 euro al mese. Converrebbe infatti cercare di farsi precisare dalla propria banca se le condizioni del tasso fisso offerto  all’inizio dell’istruttoria potrebbero subire cambiamenti nell’iter di perfezionamento del contratto.

Mutui Unicredit e Gruppo Banco Bpm rassicura i clienti dai possibili aumenti

L’atteggiamento delle banche è di maggiore cautela al momento diverse sono le banche che vogliono rassicurare i propri clienti circa un possibile aumento. Gruppo Banco Bpm indica un tasso finito che non cambierà almeno fino a quando non saranno prese decisioni dalla Fed e dalla Bce, ciò potrebbe determinare il trend del rialzo del mercato.

Differente resta invece la condizione per i mutui a tasso variabile, visto che l’Euribor viaggia al momento sotto lo zero, tra lo 0,35% e lo 0,40%, non sarebbe raro però che le banche applichino la clausola floor, ovvero il limite minimo al di sotto del quale il valore dell’Euribor non può scendere, azzerando così ogni valore negativo del saggio  da uno a tre mesi che potrà sommarsi allo spread.

Mutui a tasso fisso la scelta preferita dal 78% degli italiani

Obiettivamente però i mutui a tasso fisso restano la scelta primaria di ogni mutuatario, stabilire però l’eventuale convenienza legata al tasso fisso al momento è realmente relativo, troppi gli indici e i valori che dovrebbero essere tenuti in considerazione.

Sta di fatto che il tasso fisso è stata la scelta prioritaria di molti mutuatari, con un 78% delle richieste di mutuo a tasso fisso contro il 74% delle effettive erogazioni, un trend decisamente destinato a proseguire almeno fino a quando le provviste delle banche dureranno e non avranno necessità di recuperare redditività.