Pensioni alte: Cassazione dà il via libera al prelievo solidale

prestiti dipendenti pubblici

La Cassazione da il via libera al prelievo sulle pensioni più alte a favore di quelle più basse. Con questa mossa, lo Stato risparmia 160 milioni.

La Corte costituzionale respinge i ricorsi di incostituzionalità sui tagli alle pensioni d’oro

Esclude, infatti, la natura tributaria dell’intervento e ritiene che si tratti di un «contributo di solidarietà interno al circuito previdenziale, giustificato in via del tutto eccezionale dalla crisi contingente e grave del sistema». Per la Consulta è stato rispettato «il principio di progressività» e il taglio «pur comportando innegabilmente un sacrificio sui pensionati colpiti, sia comunque sostenibile», perché applicato solo alle pensioni più elevate, da 14 a oltre 30 volte superiori alle minime.

Viene così disinnescata una mina che poteva costare allo Stato un risarcimento di circa 160 milioni.

Le norme varate dal governo Letta con la Stabilità 2014 hanno introdotto un prelievo di solidarietà (che si è aggiunto al blocco dell’indicizzazione) sugli assegni previdenziali superiori ai 91mila euro lordi annui. In particolare, prevedono una decurtazione del 6% per chi percepisce tra 91.343 e 130.491,3 (da 14 a 20 il minimo). Il taglio sale al 12% fino a 195.737 euro e sale al 18% al di sopra di questa soglia. In pratica chi riceve una pensione di 100mila euro lordi annui ha perso 520 euro all’anno. Chi ha diritto a 150mila euro lordi annui si è visto decurtare circa 4.700 euro dal 2014, mentre chi tocca i 200mila euro ha dovuto rinunciare a poco più di 900 euro al mese (10.950 euro circa). Visti i numeri in gioco si comprende come la platea di questi pensionati sia esigua, qualche migliaio di persone composto da professori universitari, ex magistrati, dirigenti pubblici e privati. Il risparmio atteso era stimato in 53 milioni annui.