Riforma pensioni 2017: flessibilità in uscita anche con RITA

Secondo le news relative alla riforma pensioni 2017 e dal testo della Legge di Bilancio, potranno richiedere l’erogazione della pensione integrativa, in attesa di raggiungere l’età pensionabile secondo quanto stabilito dal sistema previdenziale pubblico obbligatorio, tutti i lavoratori che fanno ricorso a forme di previdenza complementare.

Riforma pensioni 2017 cosa cambia con la pensione integrativa RITA?

In particolar modo la pensione anticipata integrativa potrà essere richiesta dalle stesse categorie di lavoratori che hanno già ottenuto i requisiti per l’Ape del prossimo maggio 2017.

Secondo quanto previsto dalla riforma pensioni 2017 potranno usufruire del beneficio tutti i soggetti con almeno 63 anni e che matureranno il requisito anagrafico per il pensionamento obbligatorio entro tre anni e 7 mesi.  I candidati dovranno inoltre aver maturato i requisiti contributivi per il diritto alla pensione di vecchiaia, con la condizione di ricevere un importo inferiore a 1,4 volte l’importo del trattamento minimo Inps, ovvero 700 euro lordi al mese, secondo quanto certificato dall’Inps e secondo quanto previsto dalla normativa sull’Ape.

Qualora il rapporto lavorativo fosse cessato per qualsiasi motivazione, l’agevolazione consentirebbe di ottenere in tutto o in parte la prestazione maturata presso fondi di previdenza complementare, sotto forma di rendita temporanea e fino al raggiungimento del requisito d’accesso secondo quanto indicato dal sistema pensionistico italiano.

L’operazione comprende inoltre un’agevolazione fiscale, secondo quanto stabilito dalla riforma pensioni 2017, in quanto la parte imponibile della RITA è assoggettata ad una tassazione con ritenuta a titolo d’imposta con aliquota del 15% ridotta del 2% per ogni anno eccedente il quindicesimo anno di partecipazione a forme di pensione complementari, ma con il limite massimo di 6 punti percentuali.

Riforma pensioni 2017 ape social o Rita?

La rendita integrativa anticipata potrà essere ottenuta a prescindere dall’adesione o meno all’Ape volontario, a prescindere dalla sua adesione il lavoratore potrà usufruire della massima flessibilità e potrà decidere la quota dell’assegno pensionistico da farsi anticipare a partire dal 63° anno di età tramite Ape normale.

Sicuramente dal punto di vista fiscale usufruire anticipatamente della pensione potrebbe essere particolarmente interessante, in quanto il reddito derivante dall’APE non potrà subire alcun prelievo Irpef mentre al contrario l’importo erogato tramite RITA sarà soggetto ad un prelievo che varia tra il 9 e il 15%.

Rita potrebbe divenire un’opportunità per i lavoratori che vogliono integrare il proprio reddito negli anni di passaggio alla pensione di vecchiaia, con la certezza che ottenuta la rendita anticipatamente potrà essere cumulata con eventuali nuovi redditi da lavoro. Secondo quanto indicato dalla riforma pensioni 2017 però il lavoratore potrà decidere di non optare per l’APE e chiedere esclusivamente la riscossione anticipata della quota della pensione integrativa tramite RITA.

Secondo le novità apportate alla Legge di Bilancio dalla riforma pensioni 2017 potranno accedere sia i lavoratori del settore privato che i lavoratori della pubblica amministrazione, purchè abbiano aderito a fondi pensione o piani individuali pensionistici.