Elezioni del 4 marzo: la politica italiana e l’economia europea

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Domenica 4 marzo 2018 ci saranno le elezioni politiche in Italia. Gli investitori al momento, vista l’incertezza dell’esito elettorale, non hanno dato segni di preoccupazione. La Borsa di Milano dall’inizio del 2018 registra frequentemente saldi positivi. Tuttavia, al momento attuale, la percezione sta cambiando.

Nonostante la pubblicazione di sondaggi tramite qualsiasi mezzo di comunicazione sia vietata, i personaggi e gli attori politici del governo attuale sono in agitazione. Matteo Renzi ha chiesto un aiuto dialettico a Romano Prodi, già protagonista della politica italiana negli anni scorsi. Ma quest’ultimo ha preferito omaggiare il premier attuale, Paolo Gentiloni.

Non contento, si è poi rivolto a Walter Veltroni, un altro protagonista delle sorti del centrosinistra, e al Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. La cosa suona strana, in quanto Veltroni ora si occupa di regia. Il secondo ha suscitato scalpore per le preoccupazioni che ha espresso sulla tenuta dei conti pubblici italiani e sulla situazione economica europea in generale.

Gentiloni tuttavia, insieme al Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan e la Rappresentanza italiana presso le istituzioni europee ha fatto sì che l’invio della lettera con i rilievi europei alla Legge di bilancio italiana sia rimandato a dopo le elezioni.

A Bruxelles però il clima non è favorevole. Si parla di 3,5-4 miliardi di euro di assestamento per l’anno in corso. Se l’Italia continuerà a limitare gli investimenti pubblici, sarà costretta a farsi riconoscere riduzioni della spesa e ad autorizzare aumenti delle tasse.

Dalla Comunità Europea arriverà tuttavia agli Stati membri e alle altre istituzioni europee una comunicazione ufficiale e coattiva in materia di unione bancaria. In vista del graduale cambiamento dai tradizionali strumenti di stabilità comunitaria in Fondo monetario europeo. Ciò significa per le singole Nazioni europee aggiustamenti e sistemazione di conti pubblici e situazioni economico finanziarie.

Pur rinviata a dopo l’esito elettorale la suddetta comunicazione, l’Italia è difficile che abbia un ruolo chiave negli incontri e negli appuntamenti ufficiali su questi argomenti tra gli Stati membri. Le decisioni saranno prese a giugno al Consiglio dei Capi di Stato e di Governo europei.