Sono trascorsi solo sette giorni dalle sue elezioni, ma il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha già le idee molto chiare in tema di giustizia e di sicurezza: è stato davvero scioccante il suo annuncio di voler reinserire la pena di morte.
La pena di morte verrà introdotta nuovamente nell’ordinamento filippino dopo un’assenza decennale e verrà impiegata per punire diversi reati, tra cui il traffico di droga e lo stupro.
Apertura verso i ribelli comunisti e lotta al traffico di droga
Una decisione che era già comunque stata ampiamente evidenziata durante la campagna elettorale.
Al tempo stesso, uno spiraglio di luce è stato aperto verso i ribelli comunisti della parte centro-meridionale delle Filippine: Duterte avrebbe intenzione di inserirli all’interno del suo governo, con l’intento di porre la parola fine a degli scontri sanguinosi che durano ormai da più di quarant’anni.
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