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Pubblica Amministrazione: le recenti misure per le molestie sessuali. Cosa prevedono e in quali casi.

Pubblica Amministrazione: le recenti misure per le molestie sessuali. Cosa prevedono e in quali casi.

Molestie sessuali sul lavoro

Il tema recente che più sta creando disagi e discussioni in tutto il mondo è quello delle molestie sessuali. E’ notizia di un paio di giorni fa, anche all’interno della pubblica amministrazione si cerca di adottare delle nuove misure per combattere questo fenomeno in continuo aumento.

Da più parti si richiedono delle norme restrittive più rigide, per tutelare le vittime da questi presunti abusi ritenuti sempre più frequenti.

Le statistiche parlano chiare: almeno il 90% di donne subiscono molestie a sfondo sessuale. Anche negli uomini si registra qualche caso, ma nella maggioranza è il cosiddetto sesso debole ad essere oggetto di attenzioni piuttosto pressanti da parte di alcuni uomini, soprattutto facoltosi o in una posizione di rilievo.

Purtroppo solo in pochi denunciano l’accaduto e frequentemente questi abusi rimangono impuniti e continuano nel tempo. Si parla nei casi più lievi di toccare l’altro sesso e nei casi più gravi si arriva anche al vero e proprio stupro.

Nell’ultimo periodo si è sentito molto parlare degli stupri e degli abusi subiti dai vip appartenenti al mondo dello spettacolo, da parte dei loro superiori o colleghi. Ma non è un problema che riguarda solo le celebrità, ma tocca ancora di più le persone comuni, soprattutto all’interno dell’ambito lavorativo.

Il dirigente o semplicemente il compagno di stanza in ufficio spesso e volentieri si prendono delle libertà che non sono affatto gradite. Sono questi i luoghi dove si registrano i maggiori casi di violenza sulle donne, che per paura di perdere il lavoro in molti casi sopportano in silenzio e non raccontano a nessuno dell’accaduto e quindi non denunciano.

Molestie sessuali sul lavoro cosa fare

Finora la legge è stata anche troppo clemente con gli stupratori o le persone che si spingevano oltre negli abusi sessuali. Oggi si chiedono norme più severe e punizioni più rigide e durature, per combattere questa piaga che si sta allargando in modo incontrollato, arrivando anche a casi più estremi che si concludono con la morte della vittima.

La dignità della persona deve essere tutelata con ogni mezzo possibile. E così deve essere necessario fornire un valido supporto alle eventuali vittime affinché possano denunciare senza avere paura di ritorsioni nei loro confronti, come il licenziamento.

Si prevede quindi che chi denuncia non deve in alcun modo essere privato del suo lavoro, degradato nella sua posizione oppure trasferito. Chi purtroppo è vittima di abuso deve poter avere il tempo di allontanarsi dal luogo della violenza e riprendersi fisicamente e psicologicamente.

Rimanendo lontana dal lavoro per almeno un trimestre o almeno di lavorare con formule che non prevedono l’orario completo. Diventa compito dell’ispettorato del lavoro tutelare le eventuali vittime e monitorare che nei luoghi di lavoro si rispettino queste procedure.

Non servono solo punizioni severe, ma anche delle norme che riescano anche a demotivare i presunti stupratori dall’effettuare qualsiasi tipo di violenza. Così il codice penale deve essere integrato con alcune aggravanti.

Bisogna intanto rispettare i tempi di reclusione, che non devono essere minori di un anno/3 anni. Ma non è tutto: nei casi in cui l’abuso avviene con l’esistenza di un rapporto lavorativo in corso o di una qualsiasi subordinazione, la pena deve essere maggiorata e può arrivare anche a sei mesi.

In questo modo si spera di ottenere maggiori tutele contro il fenomeno degli abusi sessuali nei prossimi anni, aumentando le denunce e diminuendo i casi. Ecco alcuni consigli utili per reagire tempestivamente ai casi di abusi sessuali che stanno per consolidarsi.

  • Se le attenzioni del datore di lavoro o collega diventando invasive far capire subito che è il momento di smettere perché non sono gradite.
  • Non avere mai paura di dire no, per non lasciare dubbi sul nostro pensiero.
  • Non giustificarsi o sentirsi in colpa per reazioni brusche agli approcci indesiderati dell’altro.
  • Non dare modo di fraintendere la nostra gentilezza o far capire che c’è un ripensamento.
  • In caso di attenzioni o gesti eloquenti è bene cercare aiuto, gridando o chiamando qualcuno in soccorso.
  • Non sentirsi mai colpevole di una tentata violenza, perché il problema appartiene all’altra persona.
  • Raccontare l’accaduto per evitare che situazioni simili si possano ripetere, anche con altri.