Brexit, l’ansia degli italiani in UK

C’è chi pensa già a come prendere il passaporto britannico, chi si preoccupa per le complicazioni burocatriche, chi scopre di avere un partner antieuropeista. Simonetta Hornby: “Il problema è che se passa il No qui, non sarà l’ultimo in Europa”

C’è chi pensa che vincerà Brexit e chi ha fiducia che non accada, chi correrebbe a prendere la cittadinanza britannica pur di restare qui e chi coglierebbe l’occasione per emigrare in Australia, chi accusa l’Inghilterra e chi se la prende un po’ anche con l’Unione Europea.

Una cosa accomuna il mezzo milione di italiani di Londra, la più grande comunità di nostri connazionali all’estero: la preoccupazione per il referendum del 23 giugno. Quelli che lavorano da anni e pagano le tasse sanno che in un modo o nell’altro potrebbero restarci anche se la Gran Bretagna uscisse dall’Unione Europea.

Ma quasi tutti sono un po’ increduli e amareggiati all’idea che il paese in cui sono emigrati e hanno costruito una vita migliore non li voglia più. Ecco i pareri della Little Italy londinese.

Simonetta Agnello Hornby, scrittrice, ex-avvocato.
“Brexit raccoglie consensi perché il popolo è contro Cameron, i laburisti non lo sopportano, i conservatori non si fidano. Ha giocato questa sfida in modo sporco, prima volendo il referendum e facendo l’euroscettico, poi schierandosi per la Ue, utilizzando il governo per premere a suo favore, senza nulla del fair play inglese.

La campagna per il referendum è stata complessivamente una buffonata. Io ho preso la cittadinanza britannica 17 anni fa proprio perché temevo prima o poi che questo paese cedesse al populismo. Il rischio è che, se la Gran Bretagna lascia la Ue, sarà la prima a farlo ma non l’ultima. Ci vorrebbe un’Europa più semplice, meno burocratica, meno corrotta. Comunque gli anziani sono per Brexit, i giovani per restare in Europa, speriamo che vadano a votare e non cambi niente”.