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Pensioni: Arrivano le “marchette” per votare si al referendum di ottobre

Pensioni: Arrivano le “marchette” per votare si al referendum di ottobre

elezioni 4 marzo politica ed economia europea

Il tanto atteso referendum di ottobre è vitale per il Governo, che sta facendo di tutto per trovare le leve necessaria ad incamerare consensi. Quale tempa si presta meglio a questo scopo? Le pensioni, ovviamente.

Cosa c’entrano il referendum di ottobre e le pensioni? Semplice: se vince il No, il  governo cade. E’ quindi indispensabile per Matteo Renzi proporre qualche regalino succulento che faccia desiderare a un’importante parte degli elettori, cioè i pensionati o i lavoratori vicini alla pensione, che il governo Renzi non cada.

Ed ecco cosa mette sul piatto l’esecutivo renziano, attraverso le parole di Nannicini. Primo, rassicurazioni sulle penalizzazioni dell’Ape: per i redditi più bassi (“soggetti meritevoli di tutela”, vengono definiti) si parlerà di 1%, “quasi zero” spiega Nannicini. Peccato che il problema non sia tanto quello di accettare una decurtazione sulla pensione (compromesso più che accettabile, specialmente per chi è over 60 ed è rimasto senza lavoro), quanto quello di indebitarsi a vita con le banche.

Secondo, estensione della “no-tax area” a 8.124, soglia di incapienza comune a quella dei lavoratori dipendenti: qui Nannicini nicchia, ma lascia intuire che potrebbe essere possibile fare qualcosa in tal senso.

Terzo, che fine ha fatto il bonus di 80 euro anche ai pensionati? Nannicini suggerisce che sarebbe possibile fare altro, come intervenire sulla quattordicesima, aumentandone l’importo.

Ricapitolando: flessibilità in uscita per chi è rimasto senza reddito da lavoro e senza pensione (anche se a costo di indebitarsi fino alla tomba), niente tasse per chi è sotto la soglia degli 8.124 euro e quattordicesime più abbondanti. Vi basta per convincervi a distruggere la Costituzione?